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Evoluzione Cinofila

Luglio 19, 2023

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Nel cuore e nelle speranze di un allevatore alberga sempre il sogno di veder nascere un campione, un fuoriclasse, un testimonial del proprio impegno e della propria professionalità, certo un pizzico di vanità e di orgoglio in tutto questo non è assente, ma se fossimo tutti privi di sentimenti e di “peccatucci” dove sarebbe il sale della vita? Ebbene non nascondo che anch’io nutro le stesse speranze e guardo, con lo stesso sguardo ansioso di un giocatore del lotto che legge i numeri usciti, ogni cucciolo di ogni cucciolata. Se il lavoro che i miei colleghi ed io svolgiamo fosse solo quello di aspettare il “numero” vincente, dopo aver studiato tutti i vari testi cabalistici, allora sarebbe veramente frustrante giacché significherebbe che tutti gli altri estratti sarebbero da scartare e il nostro denaro sarebbe stato investito per il raggiungimento di un solo magnifico, superlativo esemplare.
Io credo molto nel mio lavoro e so che essere premiato da quel particolare soggetto è la classica ciliegina sulla torta, ma tutti i miei cuccioli, perfetti o con qualche difetto, nascono per fare la felicità di una persona o di una intera famiglia ed il mio vero sforzo è quello di dare, ad ognuno dei futuri proprietari di un cucciolo, quanto di meglio possa offrire il cane nella sua specificità di razza sia morfologica che caratteriale; 

vero è che da ogni cucciolo allevato non si può ottenere il 100% e neppure, forse, il 90%, ma di certo una buona combinazione di tutte le caratteristiche di razza, sempre più stimolate e ricercate nel selezionare le peculiarità migliori di ogni soggetto riproduttore, un attento allevatore riesce a proporla ai suoi clienti.

Allevare schnauzer giganti è un compito di non facile esecuzione poiché alcune sue caratteristiche caratteriali rasentano, pur non superandoli, i livelli di attenzione e solo un attento imprinting ed una corretta educazione rendono questo gigante un gigante facilmente gestibile.
Lo schnauzer gigante oltre ad essere un soggetto altamente dominante, quale deve essere un cane da difesa personale, è un cane assai “intelligente” e molto “furbo” e concedere spazio e autonomia ad un simile soggetto significa non poter tornare sui propri passi se non con fatica: queste sembrano affermazioni allarmistiche, ma sono solo portate all’esasperazione per rendere più efficace l’esposizione del quadro generale e per non dar loro eccessivo peso offriamo all’altro piatto della bilancia un’altra qualità, che questa volta non ha doppia valenza, e vale a dire la “devozione” nei confronti del proprio gruppo sociale…la sua nuova famiglia.
Cosa fare allora per offrire quanto di meglio possibile? Nella mia esperienza, che alcuni potrebbero dire limitata poiché sono considerato una new entrance o meglio un pervenue nel mondo ufficiale degli allevatori, pur essendo più di vent’anni che vivo con cani e li allevo con un iter che mi porta dai pastori tedeschi agli schnauzer, ho verificato che la fase più importante della crescita di un cane è quella che, partendo dalla nascita, lo porta con un primo balzo fino ai tre mesi e successivamente ai sette/nove mesi col secondo. La mia empirica esperienza è stata confermata e supportata da una competente collaboratrice, Lilia Bozzetti, che da più di un anno mi affianca nella attività di allevatore anche se il suo vero compito lo vedremo meglio in seguito.
La nascita, l’allattamento, lo svezzamento accompagnano il cucciolo nei suoi primi passi della sua vita sociale. La brutale esperienza quale è la nascita necessita di particolari attenzioni e solo un ambiente sicuro e adeguato favorirà la madre offrendole quella tranquillità, che poi trasferirà nel cucciolo, necessaria a svolgere le sue funzioni di “levatrice self made”, ma, dove l’allevatore ha un buon rapporto con la partoriente, è ancora una maggiore garanzia di tranquillità e di aiuto la sua presenza durante il parto.

Ritengo, per mia personale convinzione, che la presenza umana in questo delicato frangente sia percepita dal cucciolo e ricordata nei successivi approcci creando automaticamente quel feeling che già si instaura fra cucciolo e madre. Durante l’allattamento, il rapporto col sociale si presenta come secondo ed altrettanto violento gradino da superare, si stabiliscono, infatti, le prime gerarchie dove il più forte conquista per primo il cibo ed il più debole rischia che la selezione naturale si abbatta su di lui in modo irrevocabile. La madre, avvezza alla presenza dell’uomo, accetta quasi sempre che un cucciolo le venga sottratto e, quando questi è fuori dalla competizione per il cibo, se si ritiene che non sia abbastanza nutrito (la pancina è bella tonda quando un cucciolo si è sfamato), gli si può fornire un supporto di latte per integrare la sua alimentazione – latte specifico per cuccioli di cane e non latte di origine bovina – questo ulteriore interagire con la cucciolata, senza prevaricare i ruoli specifici, intendo dire senza cercare di sostituire la madre nei suoi compiti, fa sì che la presenza umana diventi un quotidiano e naturale rapporto fino ad intensificarsi nella fase di svezzamento dove è proprio l’uomo che fornisce il cibo e crea una “dipendenza”, è in questa evoluzione di rapporto che si introduce il gioco, sia con manipolazioni e stimoli vocali, sia con giochi veri e propri con i quali i cuccioli si divertono e imparano anche a competere sottraendoseli a vicenda e contendendoseli con esibizioni di forza muscolare e di presa con i denti.

In questo periodo sensibilizziamo i cuccioli a stimoli acustici tramite programmi radio di vario genere e quindi sbalzi di sonorità e improvvisi rumori abituando il cucciolo a non spaventarsi non trovando, fra l’altro, alcuna conferma da parte della madre e degli umani presenti, seppur saltuariamente, a loro eventuali timori.
Ecco allora, quando arriva il momento di affidare queste creature agli acquirenti, che la famigliarizzazione all’uomo e l’istinto ludico dei cuccioli rende immediatamente partecipi i componenti del gruppo sociale al quale apparterranno e i primi approcci non saranno traumatici in quanto saranno gli esseri umani, ai quali appunto i cuccioli sono già abituati, e non più i luoghi, a focalizzare la loro attenzione. Resta inteso che occorrerà comunque un periodo abbastanza breve di acquisizione della totale fiducia, ma è da rilevare che sarà solo un adattamento e non un completo e nuovamente traumatico inserimento.

 

Terminato questo periodo di affiatamento e di interazione occorre educare il cucciolo alla vita sociale alla quale dovrà adattarsi con regole e abitudini che nell’allevamento era impossibile gestire, subentra quindi il ruolo di un educatore/addestratore che con atteggiamenti e premi e non comandi verbali e condizionamenti o vigorose costrizioni abituerà il cucciolo ad eseguire le azioni che lo renderanno controllabile a tutela sua e dei suoi proprietari. Questa scuola di pensiero, vale a dire quella di gestire il cane con una educazione e non con un addestramento precoce o con la totale libertà di azione è una filosofia importata dal nord Europa e dagli USA, ma non ancora assimilata o non assimilata totalmente qui da noi ed è questa la tensione che mi ha portato a costituire il Centro Cinofilo di cui sono titolare e che ho affidato alla già citata Lilia Bozzetti per la responsabilità e la conduzione della gestione del settore educazione/addestramento. Parlare di questo connubio non vuole essere una banale pubblicità, ma il mio vero intento è quello di divulgare una cultura cinofila già conosciuta, ma non ancora diffusa, per il benessere del nostro cane e dei proprietari dello stesso.

Già prima avevo manifestato la volontà di affidare un cucciolo ad una famiglia in modo da soddisfare entrambe le parti e ora tutto questo si è reso possibile, vedere preparare un cucciolo da Lilia è un piacere e la stessa cosa avviene nel vedere il proprietari orgogliosi e soddisfatti di aver trovato la strada per non aver difficoltà a gestire il nuovo membro della famiglia.
Lilia Bozzetti, conosciuta per caso tramite alcuni articoli letti su riviste specializzate, ha risposto con entusiasmo alla mia proposta di organizzare un corso di educazione cinofila con lei come docente; la mia inesperienza nel settore del lavoro e dell’educazione cinofila non teneva conto che la sua preparazione e gli attestati dei master sostenuti negli USA la rendeva idonea non solo ad organizzare i corsi in cui io la vedevo principale interprete, ma era già da tempo docente esterna della Polizia di Stato nel compartimento cinofilo ed inoltre altri Centri Cinofili avevano già usufruito della Collaborazione di Lilia.
Dopo una breve, ma costruttiva conoscenza, e ancora dopo aver conosciuto e fatto mio il pensiero di questo nuovo aspetto della cinofilia, mi sono sentito attratto dall’idea di valorizzare il campo di lavoro appena ripristinato ed attrezzato istituendo un Centro con relativa scuola affidandomi appunto a Lilia Bozzetti ed alla collaborazione esterna di Daniele Barbanera, figurante ed addestratore di spicco nel panorama italiano relativo a questo settore.
Ora, dopo aver avuto l’opportunità di ospitare due manifestazioni ufficiali di lavoro, sotto l’egida dell’ENCI e dello Schnauzer Club Italiano ed averne in programma una terza per il prossimo settembre, mi sento pronto a partire per fornire, a tutti coloro che sono amanti della cinofilia sportiva e di coloro che credono ad una corretta educazione del proprio cane, uno strumento di estrema efficacia per realizzare i propri fini.

La scuola di formazione cinofila ha già diversi allievi interessati a proseguire la propria preparazione in vari ambienti del nostro settore e partecipano con costanza e sempre rinnovato interesse ai corsi in programma con l’ambizione di poter a loro volta proporsi quali addestratori o handler sportivi, questi particolari avvenimenti si intrecciano a momenti dedicati ai proprietari di cuccioli o cuccioloni che, con la semplice gestualità e la padronanza della materia di Lilia, trasformano la loro esuberanza disordinata in una attenta e gioiosa obbedienza.

La scuola di formazione cinofila ha già diversi allievi interessati a proseguire la propria preparazione in vari ambienti del nostro settore e partecipano con costanza e sempre rinnovato interesse ai corsi in programma con l’ambizione di poter a loro volta proporsi quali addestratori o handler sportivi, questi particolari avvenimenti si intrecciano a momenti dedicati ai proprietari di cuccioli o cuccioloni che, con la semplice gestualità e la padronanza della materia di Lilia, trasformano la loro esuberanza disordinata in una attenta e gioiosa obbedienza. 

Il vero catalizzatore, che è riuscito a combinare i giusti elementi rendendo il prodotto stabile e con efficaci garanzie, è stata la collaborazione di Wokdogs che, con la diffusione di informazioni e di supporti tecnici di alta valenza, ha reso possibile il mio incontro con Lilia Bozzetti e Stephanie Mischel (quest’ultima probabilmente la scopriremo insieme in un successivo incontro su questa stessa rivista), Workdogs, infatti, mi ha messo in contatto con loro per il primo approccio, mi ha fornito l’attrezzatura per allestire il primo campo di Agility, mi ha reso possibile la diffusione delle attività che, di volta in volta, animano il nostro Centro Cinofilo, ha, in conclusione, portato il mio impegno a conoscenza di chi ha passione per l’educazione cinofila e lo sport fatto insieme al proprio amico cane.

Volendo quindi tirare le fila di questa mia avventura il piatto della bilancia nel rapporto impegno/risultati è ancora in rosso, ma le soddisfazioni ottenute e le prospettive per il futuro mi rendono fiducioso e gratificato, nello stesso tempo anche i miei clienti, con almeno una esperienza di cuccioli per casa, vedono con crescente entusiasmo che i loro sforzi per avere un cane da famiglia equilibrato ed obbediente sono sensibilmente diminuiti come pure i tempi di ambientamento. Mi rendo conto che quello che è stato fatto è solo una piccola goccia nell’oceano, ma la divulgazione di queste nuove prospettive e la speranza che molti altri si prodighino per diffondere una corretta ed attuale filosofia cinofila mi porta a vedere un futuro roseo per i cani, in primo luogo, per i proprietari degli stessi e per gli operatori del settore che ancora oggi non possono sviluppare la loro passione e la loro professionalità a tempo pieno.